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Tra i vigneti e i ciliegi della Val d’Alpone, ecco La Fontanella

1 anno fa •  2 minuti di lettura
Immersa nella zona d’eccellenza del vino Soave, la struttura a conduzione familiare offre ai propri ospiti i sapori autentici della tradizione, alloggi turistici e la possibilità di praticare diverse attività: un vero toccasana per ricaricare le batterie, anche quelle delle proprie e-bike

Nata negli anni ’90, La Fontanella di Anna e Giovanni è un’impresa familiare immersa nelle colline della Val d’Alpone, in provincia di Verona, terra d’eccellenza per la produzione vitivinicola, in particolare del Soave, e delle ciliegie.

La struttura è composta da un alloggio turistico e una trattoria-pizzeria-bar con prodotti locali e cucina casalinga, dove i sapori autentici della tradizione incontrano gusti decisi, accompagnati dall’aroma del Vin Soave.

Grande attenzione è rivolta anche alle attività che gli ospiti della struttura possono unire alla scoperta dell’enogastronomia locale. La location, infatti, offre anche due laghetti dove praticare la pesca sportiva, due campi di calcio a 5 ed un campo di padel, oltre a disporre della rastrelliera DINA per soddisfare le esigenze dei cicloturisti, sempre più presenti nella zona, a pedalata assistita e non soltanto.

Abbiamo rivolto qualche domanda a riguardo a Giovanni Roncari, titolare dell’attività.

Cosa rende la tua struttura una meta ideale per un cicloturista?

Il “cicloturista tipo”, con l’avvento delle e-bike, solitamente è di mezza età ed è un amante della natura e della tranquillità: qui da noi può trovare ristoro per la mente nella natura incontaminata e nel silenzio, lontano dal traffico e dal caos delle città, ma anche per il corpo, con piatti genuini e vini di qualità.

Cosa non può mai mancare in una struttura che voglia definirsi Bikefriendly?

Sicuramente la possibilità di ricaricare le e-bike è un grande vantaggio, ma se il cliente è troppo affaticato per proseguire la pedalata e vuole rilassarsi, l’opportunità di soggiornare presso la struttura sicuramente è un ulteriore punto a favore.

Quali sono i principali canali attraverso i quali siete trovati dai vostri visitatori? 

Principalmente il passaparola e negli ultimi anni i social come Facebook o Instagram. Ora con la diffusione delle app, molti clienti ci contattano tramite questi nuovi sistemi.

Komoot rappresenta un canale privilegiato per rivolgersi agli appassionati degli sport outdoor: poter regalare mappe a pagamento, è apprezzato dai suoi clienti?

Sicuramente, il fatto di essere visibili su un’applicazione fruibile da così tante persone è molto importante: sappiamo che anche diversi nostri conoscenti ne fanno uso e che sia uno strumento molto valido per essere trovati.

Che tipo di visitatore è il cicloturista? Che caratteristiche e che aspettative ha rispetto agli altri?

Ci sono due tipi di cicloturista: quello che abita in zona e che approfitta della sosta per ricaricare l’e-bike e, contemporaneamente, si ferma a mangiare qualcosa di genuino, e quello che viene da fuori (quasi sempre tedesco, austriaco o olandese), spesso accompagnato, che organizza un viaggio di più giorni e prenota una stanza nell’alloggio turistico.

Agli occhi dei vostri clienti, quanto pesa la vostra attenzione alla sostenibilità? È un qualcosa in più o un fattore determinante nella scelta della vostra struttura?

Attualmente non sappiamo quanto pesi questo nella scelta del cliente, ma ormai c’è sempre più attenzione nei confronti delle problematiche ambientali e quindi un occhio di riguardo verso questi valori. A questo proposito abbiamo appena realizzato un impianto fotovoltaico per autoprodurre una parte dell’energia consumata nella nostra attività ed anche sui canali OTA siamo classificati come una delle strutture di ospitalità più sostenibili della zona.

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